mercoledì 9 ottobre 2019

Un museo immaginato e personale

Tratto dal NelFuturo.com

Tempo fa lessi un romanzo di Orhan Pamuk, Il museo dell’ Innocenza. Rimasi incantata, e ancor più incantata dopo aver constatato che il Museo venne fondato veramente, ad Istambul.
Ci sono stata, e fu una rivelazione e una conferma allo stesso tempo. Uno spazio da esplorare con tutti i nostri sensi.
Ho cominciato così a fantasticare sulla casa, sulle nostre case come musei.
Luoghi dove non esistono cartelli con la scritta “Si prega di non toccare”. Ho pensato a tutti gli oggetti che possediamo, alcuni con valenza emotiva, altri storica, altri ancora affettiva. Legati ad un ricordo o a una storia che tramanda il dove, il chi, il quando.
Momenti che si possiedono e che mi piace trasformare in ricordi tridimensionali di emozioni che abbiamo vissuto, per poterli toccare ed essere a disposizione non solo nostra, ma anche di chi ci sta accanto e ci viene a trovare. Costruiremo così un ambiente che ameremo e sentiremo nostro, che condivideremo e che non sarà una copia di figure viste su riviste di arredamento o in anonimi negozi di arredamento.
In questo modo, si può dare ai nostri spazi la possibilità di evolvere nel divenire: la nostra casa vuole essere una linea del tempo che passa e che segue le tracce della vita, di chi abbiamo amato, degli amici che abbiamo conosciuto e dei luoghi che abbiamo visitato.
Alcuni ricordi sono nascosti nelle pieghe delle stoffe che tanto amo collezionare: ritagli, scampoli, pezze. Alcune conservate per la loro bellezza, altre perchè catturano un ricordo, altre ancora perchè le ho immortalate con i colori ad olio.
Un altro amore sono i tesori che il mare sa regalare: conchiglie, legni, ricci… mi ricordano momenti felici e risa di bambini, i miei.
La mamma mi chiama l’accumulatrice, sembra una parola dall’accezione negativa. E allora io preferisco usare quella di uccello giardiniere. E’ un uccello nativo dell’Australia, capace di fare cose incredibili per decorare il suo nido.
Come questo pennuto, anch’io mi fisso sugli oggetti e con determinazione do il via ad una ricerca, ad un traguardo a cui mirare, volteggiando nei mercatini di anticaglie.
Collezionare cose ci lega a momenti di felicità, ma anche di dolore.
Inesauribili collezioni e assortimenti di piccole preziose cose. A poco a poco ecco che creeremo un nostro museo immaginato e personale, di carte, fotografie, stoffe, argenti, ceramiche, disegni, nastri, bottoni, sassi, conchiglie, fiori seccati, matite, buste, cartoline, scatole di latta, perline e amuleti. Conserviamo un passato, che è essenziale per affrontare il futuro.
Un museo di piccole grandi cose che si amano e che abbiamo amato.

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