mercoledì 9 ottobre 2019

Tentativo di tessere la stoffa d’artista

Tratto dal NelFuturo.com

Mi è sempre piaciuta l’Arte. Da bambina passavo ore ad osservare le illustrazioni dei libri. I colori e i disegni mi portavano a creare nella mente, ancora ingenua ed infantile, mille esclamazioni, mille interiezioni, nessi di ombre e di luci, e creazioni che ancora non ero in grado di trasmettere alla mia mano. Stavo ore e ore, perché?  Quale strada o quale segreto andavo cercando? Lo scoprii diversi anni dopo, e quando scrivo diversi, intendo tanti.
La vita, me lo ha rivelato il momento giusto : nella sofferenza, nel tormento, nella insoddisfazione, nel bisogno di travalicare la quotidianità ed andare oltre. Parlo di una sofferenza non esibita, una sottile sofferenza, quel “Male di vivere che spesso ho incontrato”, crescendo.
Ero una ragazza che camminava in un mondo di colori e forme chiari e tangibili. Scoprii invece che, ad un tratto, tutto ciò che mi ruotava intorno stava diventando misterioso, qualcosa si nascondeva e io volevo portarlo alla luce. In un anno  capii e misi a fuoco che dovevo e desideravo diventare una pittrice.
E’ come se avessi avuto l’urgenza di un atto creativo che permettesse al mio cuore, ai miei sentimenti, alle mie emozioni, alle mie assenze, di poter metterlo in atto, per superare l’insoddisfazione che mi aveva relegato a guardare un mondo che vedevo insipido e piatto. Ho iniziato a dipingere sotto l’impulso spontaneo dei miei sentimenti e dell’attrazione che il Colore esercitava su di me. Dai miei lavori non mi sono mai aspettata altro che la soddisfazione che mi dava il fatto stesso di dipingere ed esprimere qullo che non avrei mai potuto esprimere in altro modo. Questa è il privilegio di noi artisti, poter celare o svelare il tormento che abbiamo dentro, spostarlo su di un prodigio, e lasciare che gli altri interpretino le nostre forme e i nostri colori come preferiscono, e noi spiarne  le reazioni: poter rimanere “attori” immobili e divertiti.
Col passare del tempo, tela dopo tela, sono riuscita a trovare una modalità espressiva personale, senza che nessun pregiudizio mi forzasse a farlo. I miei soggetti sono sempre stati le mie sensazioni e i miei stati d’animo, attratti da una bellezza che forse solo io vedo. Ho oggettivato tutto questo in tessuti, abiti, interni che accolgono, quanto di più sincero potessi fare per esprimere la mia spiccata femminilità.
Dipingo per me stessa, non riesco a fare diversamente. Sono gelosa delle mie creazioni.
I miei quadri sono ben dipinti, mai con negligenza, sempre con pazienza. La mia pittura porta in sé il messaggio del dolore o della tristezza, anche della gioia. Dipingere ha arricchito la mia vita e ha contribuito a sostenere la mia autostima, sempre lì lì per inciampare. Ho lasciato il mio lavoro, ero un’insegnante. Ho perso alcune cose della vita, comunque una vita buona. La pittura ha colmato il vuoto che a volte sentivo dentro e ha preso il posto di tutto ciò che non sono stata e avrei voluto essere

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