Mi è sempre piaciuta l’Arte. Da bambina passavo ore ad osservare le illustrazioni dei libri. I colori e i disegni mi portavano a creare nella mente, ancora ingenua ed infantile, mille esclamazioni, mille interiezioni, nessi di ombre e di luci, e creazioni che ancora non ero in grado di trasmettere alla mia mano. Stavo ore e ore, perché? Quale strada o quale segreto andavo cercando? Lo scoprii diversi anni dopo, e quando scrivo diversi, intendo tanti.
La vita, me lo ha rivelato il momento giusto : nella sofferenza, nel tormento, nella insoddisfazione, nel bisogno di travalicare la quotidianità ed andare oltre. Parlo di una sofferenza non esibita, una sottile sofferenza, quel “Male di vivere che spesso ho incontrato”, crescendo.
Ero una ragazza che camminava in un mondo di colori e forme chiari e tangibili. Scoprii invece che, ad un tratto, tutto ciò che mi ruotava intorno stava diventando misterioso, qualcosa si nascondeva e io volevo portarlo alla luce. In un anno capii e misi a fuoco che dovevo e desideravo diventare una pittrice.
E’ come se avessi avuto l’urgenza di un atto creativo
che permettesse al mio cuore, ai miei sentimenti, alle mie emozioni,
alle mie assenze, di poter metterlo in atto, per superare
l’insoddisfazione che mi aveva relegato a guardare un mondo che vedevo
insipido e piatto. Ho iniziato a dipingere sotto l’impulso spontaneo dei
miei sentimenti e dell’attrazione che il Colore esercitava su di me.
Dai miei lavori non mi sono mai aspettata altro che la soddisfazione che
mi dava il fatto stesso di dipingere ed esprimere qullo che non avrei
mai potuto esprimere in altro modo. Questa è il privilegio di noi
artisti, poter celare o svelare il tormento che abbiamo dentro,
spostarlo su di un prodigio, e lasciare che gli altri interpretino le
nostre forme e i nostri colori come preferiscono, e noi spiarne le
reazioni: poter rimanere “attori” immobili e divertiti.
Col passare del tempo, tela dopo tela, sono riuscita a
trovare una modalità espressiva personale, senza che nessun pregiudizio
mi forzasse a farlo. I miei soggetti sono sempre stati le mie
sensazioni e i miei stati d’animo, attratti da una bellezza che forse
solo io vedo. Ho oggettivato tutto questo in tessuti, abiti, interni che
accolgono, quanto di più sincero potessi fare per esprimere la mia
spiccata femminilità.
Dipingo per me stessa, non riesco a fare diversamente. Sono gelosa delle mie creazioni.
I miei quadri sono ben dipinti, mai con negligenza,
sempre con pazienza. La mia pittura porta in sé il messaggio del dolore o
della tristezza, anche della gioia. Dipingere ha arricchito la mia vita
e ha contribuito a sostenere la mia autostima, sempre lì lì per
inciampare. Ho lasciato il mio lavoro, ero un’insegnante. Ho perso
alcune cose della vita, comunque una vita buona. La pittura ha colmato
il vuoto che a volte sentivo dentro e ha preso il posto di tutto ciò che
non sono stata e avrei voluto essere
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