Tratto da NelFuturo.com (nell'immagine: De Chirico - Mobili nella Valle, 1927)
Ricordare assomiglia al lavoro del giardiniere.
I ricordi sono
come le piante: ce ne sono alcune che conviene eliminare per aiutare le
altre a fiorire. E' una metafora vegetale per esporre con poetica
chiarezza l'idea che la memoria debba essere selettiva.
Non dobbiamo cercare di ricordare tutto: talvolta conviene dimenticare il passato per vedere con più chiarezza il presente.
Troppi
fardelli del passato pesano sulle spalle e impediscono una necessaria
proiezione verso il futuro. Però, le piante senza radici non crescono,
ecco allora che bisogna coltivare la memoria delle cose, non di tutte,ma
selettivamente, alcune. Di quelle che servono per rinsaldare i legami
con il nostro passato e con le esperienze trascorse, che sono necessario
nutrimento del nostro presente.
I ricordi tendono inevitabilmente a sbiadirsi, restano vividi quelli
legati a degli oggetti particolari. A quelli che in un determinato tempo
della nostra vita hanno accompagnato lo sgranarsi dei giorni, che ci
sono stati accanto muti e fedeli: testimoni e compagni nei momenti di
piacere e di riposo, efficienti durante il lavoro.
Su di loro
abbiamo proiettato l'ombra della nostra personalità e li abbiamo
trasformati in feticci. Siamo circondati da cose alle quali siamo legati
da esperienze, bisogni, desideri. E sono queste che, mediante un
processo di tipo associativo ed emotivo, ci tengono ancorati alle nostre
memorie.
Meditando su questo argomento, sarebbe bello tenere in vita la
memoria di persone illustri, mediante la riedizione di mobili, per
esempio, che arredano gli studi di poeti, artisti, filosofi,
fotografi... del passato. Un’operazione di riedizione che resuscita gli
arredi del passato, fondandosi sulla notorietà dell'utilizzatore.
A volte pezzi non straordinari, arredi comuni e anonimi, ma semplici e
confortevoli che ben si addicevano alla vita dei poeti, come ad esempio
Federico Garcia Lorca o Monet. Il loro pregio non sarebbe
nell'innovazione tecnologica e di design, ma nel vissuto a cui sarebbero
associati. Mobili poveri formalmente, ma ricchi sentimentalmente.
Portarli in casa significherebbe introdurre nella nostra prosa
quotidiana un pizzico di poesia.
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