mercoledì 9 ottobre 2019

Lotta fra Carnevale e Quaresima

Tratto dal NelFuturo.com  

Figure che possono apparire ridicole. Eccessi nei comportamenti.
Tutto questo si osserva sia nel Carnevale che nella Quaresima. Bruegel usa dettagli casalinghi, folclore e un senso dell’umorismo per illustrare la scena di una umanità folle.
Osservate l’uomo grasso a cavalcioni di una botte, sopra una slitta. I piedi sono fermi non in vere staffe, ma in due pentole da cucina, improvvisate. In testa ha una torta, a guisa di corona. Ha in pugno uno spiedo con infilzata della carne, è la sua arma. L’avversario è una figura altissima, a ben vedere sembra una donna, con in testa un alveare, come un copricapo ecclesiastico. Le api escono dall’alveare, antico simbolo della Chiesa cattolica, come i fedeli lasciano la chiesa sul lato destro del quadro.
Il Carnevale cristiano precede di due settimane il periodo della Quaresima. Letteralmente significa “addio alla carne” ed è un periodo di frizzi e lazzi, di festa in cui il popolo si da alla pazza gioia del cibo, del vino e del piacere, in dissolutezza. L’ultimo giorno di Carnevale, il martedì grasso, nei Paesi Bassi era giorno di orge e gozzoviglie , e questo è probabilmente il soggetto del dipinto. Durante la Quaresima, al contrario, si osserva un periodo di penitenza, non si mangia carne e ci si comporta in modo sobrio e devoto.
Bruegel rappresenta i due momenti, con opposti comportamenti. La dissolutezza e allegria del Carnevale sulla sinistra , e la società del periodo quaresimale sulla destra. La scena è un ritratto della società di quel tempo, della sua società.
Lotta fra Carnevale e Quaresima, Pieter Bruegel il Vecchio, 1559
Gli amici dell’uomo sulla botte sono vestiti in modo stravagante, indossano maschere grottesche e portano una tavola apparecchiata. C’è un maiale che si abbuffa con i resti gettati a terra, per denotare lo spreco. Davanti alla locanda ubriaconi e artisti di strada. Giocatori sono curvi sui dadi. Una vecchia cucina frittelle, lebbrosi e mendicanti danzano. Due coppie si divertono a rompere e lanciare vecchie pentole, forse riferimento alla perdita della verginità…  Uno zampognaro suona uno strumento di forma fallica. Ovunque si vedono segni di abbondanza, tutto è molto sgargiante e tutti si divertono a più non posso.
Al contrario, e per contrasto nel lato della Quaresima la Chiesa si prepara, pia ed austera. I fedeli escono dalla chiesa con la fronte segnata dalle ceneri, la cerimonia deve essere stata lunga, la gente si  portata da casa sedie e sgabelli. I dispensatori di elemosine sono sobri nei loro mantelli neri. Alcuni fedeli pregano accanto alla chiesa. Una vecchia prepara le frittelle.
Si potrebbe leggere il lato con raffigurato il Carnevale come un riferimento al luteranesimo, la Quaresima come una allegoria del cattolicesimo, rispecchiando i conflitti religiosi di quel tempo. Ma non abbiamo una rappresentazione della dicotomia  buono-cattivo.  Entrambe le parti manifestano atteggiamenti stravaganti, folli, e nessuno dei due appare più virtuoso dell’altro.
Curiosa la coppia proprio in mezzo al quadro,  è accompagnata in scena da uno sciocco vestito da buffone. E’ questo personaggio che forse ci può offrire una chiave di lettura: sebbene come quella coppia, anche noi partecipiamo agli eventi illustrati, impariamo a non imitare tali comportamenti, ma a riderne insieme al pittore.
Si potrebbe continuare per ore, ogni centimetro del dipinto reca un simbolo e induce la fantasia ad una danza curiosa e un pizzico folle.

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