Tratto dal NelFuturo.com
Figure che possono apparire ridicole. Eccessi nei comportamenti.
Tutto questo si osserva sia nel
Carnevale che nella Quaresima. Bruegel usa dettagli casalinghi, folclore
e un senso dell’umorismo per illustrare la scena di una umanità folle.
Osservate l’uomo grasso a cavalcioni di
una botte, sopra una slitta. I piedi sono fermi non in vere staffe, ma
in due pentole da cucina, improvvisate. In testa ha una torta, a guisa
di corona. Ha in pugno uno spiedo con infilzata della carne, è la sua
arma. L’avversario è una figura altissima, a ben vedere sembra una
donna, con in testa un alveare, come un copricapo ecclesiastico. Le api
escono dall’alveare, antico simbolo della Chiesa cattolica, come i
fedeli lasciano la chiesa sul lato destro del quadro.
Il Carnevale cristiano precede di due
settimane il periodo della Quaresima. Letteralmente significa “addio
alla carne” ed è un periodo di frizzi e lazzi, di festa in cui il popolo
si da alla pazza gioia del cibo, del vino e del piacere, in
dissolutezza. L’ultimo giorno di Carnevale, il martedì grasso, nei Paesi
Bassi era giorno di orge e gozzoviglie , e questo è probabilmente il
soggetto del dipinto. Durante la Quaresima, al contrario, si osserva un
periodo di penitenza, non si mangia carne e ci si comporta in modo
sobrio e devoto.
Bruegel rappresenta i due momenti, con
opposti comportamenti. La dissolutezza e allegria del Carnevale sulla
sinistra , e la società del periodo quaresimale sulla destra. La scena è
un ritratto della società di quel tempo, della sua società.
![]() |
Lotta fra Carnevale e Quaresima, Pieter Bruegel il Vecchio, 1559 |
Gli amici dell’uomo sulla botte sono
vestiti in modo stravagante, indossano maschere grottesche e portano una
tavola apparecchiata. C’è un maiale che si abbuffa con i resti gettati a
terra, per denotare lo spreco. Davanti alla locanda ubriaconi e artisti
di strada. Giocatori sono curvi sui dadi. Una vecchia cucina frittelle,
lebbrosi e mendicanti danzano. Due coppie si divertono a rompere e
lanciare vecchie pentole, forse riferimento alla perdita della
verginità… Uno zampognaro suona uno strumento di forma fallica. Ovunque
si vedono segni di abbondanza, tutto è molto sgargiante e tutti si
divertono a più non posso.
Al contrario, e per contrasto nel lato
della Quaresima la Chiesa si prepara, pia ed austera. I fedeli escono
dalla chiesa con la fronte segnata dalle ceneri, la cerimonia deve
essere stata lunga, la gente si portata da casa sedie e sgabelli. I
dispensatori di elemosine sono sobri nei loro mantelli neri. Alcuni
fedeli pregano accanto alla chiesa. Una vecchia prepara le frittelle.
Si potrebbe leggere il lato con
raffigurato il Carnevale come un riferimento al luteranesimo, la
Quaresima come una allegoria del cattolicesimo, rispecchiando i
conflitti religiosi di quel tempo. Ma non abbiamo una rappresentazione
della dicotomia buono-cattivo. Entrambe le parti manifestano
atteggiamenti stravaganti, folli, e nessuno dei due appare più virtuoso
dell’altro.
Curiosa la coppia proprio in mezzo al
quadro, è accompagnata in scena da uno sciocco vestito da buffone. E’
questo personaggio che forse ci può offrire una chiave di lettura:
sebbene come quella coppia, anche noi partecipiamo agli eventi
illustrati, impariamo a non imitare tali comportamenti, ma a riderne
insieme al pittore.
Si potrebbe continuare per ore, ogni
centimetro del dipinto reca un simbolo e induce la fantasia ad una danza
curiosa e un pizzico folle.
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